Un Omaggio a Don Felice Rainoldi

Vorrei aprire questo blog con un ricordo di don Felice Rainoldi, sacerdote di Como, con il quale ho collaborato a Roma in CEI per oltre un ventennio.

Don Felice ci ha condotto per mano nel canto  e nella preghiera; ci ha fatto gustare la liturgia. E, in tutto questo, ci ha testimoniato, soprattutto, la sua fede sincera e profonda.

Pubblico il suo testamento (è morto il 31 dicembre 2015); è un atto di omaggio al maestro da cui ho imparato ad amare il canto sacro.

Domine, dilexi decorem domus tuae.

Domine, dilexi decorem domus tuae.

Un Omaggio a Don Felice Rainoldi

Vorrei aprire questo blog con un ricordo di don Felice Rainoldi, sacerdote di Como, con il quale ho collaborato a Roma in CEI per oltre un ventennio.

Don Felice ci ha condotto per mano nel canto  e nella preghiera; ci ha fatto gustare la liturgia. E, in tutto questo, ci ha testimoniato, soprattutto, la sua fede sincera e profonda.

Pubblico il suo testamento (è morto il 31 dicembre 2015); è un atto di omaggio al maestro da cui ho imparato ad amare il canto sacro.

Ho cantato il Benedictus Dominus,

perché nella tua bontà
misericordiosa di Padre mi hai visitato con la Luce dall’alto.
Grazie per il dono della fede, per la chiamata a servirti nella Chiesa, per i doni seminati dal tuo Santo Spirito nei solchi della mia vita. Mia forza e mio canto sei, o Signore!

Ho cantato il Magnificat,

come eco di quello di Santa Maria,
sorella e Madre, per gustare e far gustare la gioia di essere posseduti da te e di appartenerti.
Anche come contrappunto al coro degli angeli, che adorano il Santo e annunciano la Gloria all’Altissimo.

Ho cantato il Miserere,

per le mie infedeltà al Vangelo durante il tempo di grazia, nelle ore della tua pazienza, Signore.
Bacio la mano di tutti i preti attraverso i quali mi hai concesso il perdono e la pace.

 

Ho cantato il Te Deum,

come confessione di fede, mentre mi era affidato il compito di insegnare non solo dottrine: come riconoscenza per ogni opera pastorale, come gratitudine per tante sorelle e fratelli che mi hai fatto incontrare lungo il cammino.

 

Questa è l’ora del Nunc dimittis.

L’ora di addormentarmi in Te, lasciando questo mondo.
Sia la Messa più colorata diMistero pasquale. Poi riposerò nella terra dei miei Avi, nel silenzio che prelude alla pienezza del Cantico nuovo.

 

In te Domine speravi, non confundar in aeternum.

Un grazie a tutti coloro che mi hanno amato, un grazie per tutte le preghiere e le cure che ho ricevute.
A Dio, cari tutti!